in collaborazione con la Dr.ssa TIZIANA SONCINI già medico dello staff sanitario nazionale di Hockey su pista
Le caratteristiche dell’hockey su pista o a rotelle
L’hockey su pista, detto anche hockey a rotelle, è un gioco che si svolge tra due squadre, ciascuna delle quali comprende cinque giocatori in campo, dotati dei classici pattini a quattro rotelle. È nato in Inghilterra nella seconda metà dell’ottocento e fa parte attualmente del programma dei Giochi mondiali; fu prescelto come disciplina dimostrativa per i Giochi della XXV Olimpiade, celebrati a Barcellona nel 1992.
Rispetto al più diffuso hockey su ghiaccio, quello su pattini a rotelle si distingue per una connotazione tecnica più marcata e per una maggiore complessità delle tattiche di gioco; si tratta infatti di una disciplina estremamente dinamica.
Il gioco consiste nel colpire con un bastone particolare chiamato stecca una pallina di caucciù e metterla nella rete della squadra avversaria. La pallina può essere toccata con qualunque parte del corpo, con eccezione delle braccia; come in altri sport di squadra, ciò è consentito solo al portiere. La durata della partita è di 50 minuti (2 tempi ciascuno da 25 minuti).
L’hockey a rotelle è uno sport estremamente dinamico
Essendo dunque uno sport estremamente dinamico i giocatori, sia in fase di allenamento che in fase di partita, possono andare incontro facilmente ad eventi traumatici anche gravi, ma molto più frequentemente a traumi di modesta o media gravità.
Attualmente l’hockey in Italia viene praticato sia da maschi che da femmine, anche se con netta prevalenza di uomini, in fasce di età estremamente diverse: da bambini in fase di avviamento allo sport ad adulti ultraquarantenni che per capacità ed esperienza continuano a coprire ruoli importanti in squadre anche del massimo campionato. Tutto questo determina un’ampia variabilità di quadri patologici sia in ambito di traumatismi acuti che in quelli legati al sovraccarico.
L’hockey su pista non risulta, in ogni caso, essere in assoluto tra gli sport più pericolosi, grazie alle protezioni indossate dai giocatori ed alla preparazione fisica cui si sottopongono gli atleti.
L’hockey su pattini a rotelle ha fatto parte della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio (F.I.H.P.), evoluzione della storica Federazione Italiana Pattinaggio a Rotelle (F.I.P.R.) costituita a Milano nel 1922, sotto l’egida e gli indirizzi del C.O.N.I. , del Comitato Olimpico Internazionale e della Fédération Internationale de Roller Sports (F.I.R.S.) che è diventato WORLD SKATE nel 2017.
Dal 2017 la Federazione assume la denominazione di “Federazione Italiana Sport Rotellistici” F.I.S.R.
Purtroppo non sono in questo momento disponibili dati molto dettagliati ed attendibili come avviene per altre discipline sportive più diffuse sulla frequenza, sul tipo, sulla sede dei diversi traumatismi che caratterizzano quest’attività sportiva.
Le modalità con cui si realizzano gli eventi traumatici sono riconducibili principalmente alle cadute, ai contrasti, a lesioni dirette da stecca e da pallina.
Traumi cranici nell’hockey a rotelle
Tra i traumi più gravi notiamo quello a livello cranico conseguenza d’impatti contro strutture quali le balaustre e le porte, o contro l’avversario in modo particolare da gomito o steccata.
Le conseguenze possono essere subito gravi ed evidenti, dalla perdita di coscienza al disorientamento, o modeste con rapido recupero del gioco, ma esistono tutta una serie di quadri intermedi che si caratterizzano per andamento subdolo con possibili ripercussioni nel breve-medio periodo.
Ci pare più pratico passare in rassegna i possibili traumi seguendo uno schema distrettuale corporeo indicandone, per quanto possibile, la frequenza e la gravità pur in assenza di statistiche ufficiali, in base alla nostra esperienza.
Infortuni del distretto oro-facciale nell’hockey su pista
Nel distretto oro-facciale notiamo traumi che vanno dalla semplice abrasione alla frattura coronale del dente od addirittura avulsione dei denti.
I portieri che sicuramente sarebbero più esposti a questo tipo di lesione, in realtà trovano vantaggio dall’utilizzo del casco con griglia.
Infortuni degli arti superiori nell’hockey a rotelle
A livello degli arti superiori si possono riscontrare lussazioni sia a carico dell’articolazione scapolo-omerale che acromion-claveare e, raramente, fratture a diversi livelli. Particolarmente colpita risulta essere la mano con quadri che vanno dalle piccole distorsioni alle lesioni legamentose fino alle fratture dello scafoide e delle falangi.
Infortuni del rachide nell’hockey da pista
Per quanto riguarda il rachide, si possono riscontrare lievi traumi distorsivi con prevalente componente miofasciale solitamente di breve durata e con conseguenze limitate.
Infortuni degli arti inferiori nell’hockey a rotelle
La traumatologia a carico degli arti inferiori comprende vari gradi di distorsioni a carico del ginocchio con possibile complicanze legamentose al pari di altri sport dinamici.
Un aspetto particolare dell’hockey a livello degli arti inferiori riguarda gli infortuni a carico degli adduttori che rappresentano l’evento più frequente, a comune con le altre discipline sportive con pattini a rotelle e l’hockey su ghiaccio.
Infatti, questo gruppo muscolare viene messo a dura prova dalla posizione corporea tipica della disciplina oltre alla sollecitazione massimale legata agli spostamenti repentini, agli scatti ed anche agli arresti bruschi. Sono quindi di frequente riscontro dolore e contrattura nella parte interna della coscia così come la classica pubalgia comune a molti sport dinamici.
Merita una disquisizione a parte la figura del portiere nell’hockey su pista.
Data l’obbligatorietà di protezione su vasta area del corpo, come abbiamo già visto anche il casco con visiera, può andare incontro con minor frequenza ai traumatismi tipici di questo sport, ma maggiormente a problematiche legate alla posizione di gioco che lo obbliga a stare ad anche e ginocchia flesse con gli arti superiori spesso protesi e conseguenti posture critiche con stress articolari e muscolari importanti.
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