Ci occuperemo delle complicanze del covid-19 su articolazioni e muscoli
L’infezione da Covid 19 interessa spesso in una qualche fase della malattia il sistema muscolo scheletrico dando spesso complicazioni muscolari e articolari, ed il primo specialista a cui ci si rivolge è l’ortopedico o il fisiatra.
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Come cambia il lavoro del fisiatra al tempo del Covid 19
Capita ormai spesso di visitare persone che riferiscono di aver avuto l’infezione Sars cov 2, di essere guariti e come sempre ti pongono all’attenzione un loro problema, speranzosi di porvi rimedio.
Bisognerà aggiungere alle nostre conoscenze, al nostro bagaglio culturale costruito in oltre quarant’anni di lavoro, alcune nuove informazioni, che si stanno pian piano delineando, che riguardano le possibili ripercusioni a distanza dell’infezione Sars cov 2 a carico del sistema vascolare, articolare, nervoso e muscolare.
I tempi di guarigione dal COVID 19 sono diversi da persona a persona, ma la maggior parte recupera completamente entro due mesi ma alcuni sintomi o disturbi possono durare più a lungo.
Sindrome post covid o long covid dolore muscolare e stancabilità
Non a caso si parla di Sindrome Post Covid o Long Covid, a sottolineare il tempo che intercorre tra la guarigione dalla fase acuta e la comparsa o il perdurare di un corteo di sintomi molto diversi, spesso a carico appunto del sistema muscoloscheletrico.
In generale le donne al di sotto dei 60 anni di età sembrano avere il doppio di probabilità di manifestare il Long COVID rispetto agli uomini, successivamente il livello di rischio diventa simile tra i due sessi.
Artralgie, ematomi profondi, neuropatie, macchie all’estremità nel Post Covid
Il tessuto muscolare rappresenta un bersaglio precoce e privilegiato della infezione da Covid 19 e il danno riguarda sia il tessuto muscolare cardiaco che quello muscolo-scheletrico, istologicamente in parte simili per la componente comune di muscolo striato.
L’eventuale impegno nella malattia del tessuto muscolare cardiaco, ovviamente grave e rischioso, è più facilmente diagnosticato e curato, mentre quello muscolo-scheletrico può passare facilmente inosservato, data la situazione di forzato riposo in cui si trova il soggetto colpito dall’infezione e si manifesterà nella sua gravità solo successivamente.
La sofferenza muscolare si realizza fin dalle fasi iniziali dell’infezione come una malattia vera e propria del muscolo striato con dolore, crampi, debolezza, ipotrofia, facile stancabilità.
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Il maggior danno a carico del muscolo si ha nella tanto temuta “tempesta infiammatoria” quando le citochine ed altre molecole dell’infiammazione provocano una vera e propria proteolisi ed una ridotta sintesi protesica nel muscolo, con aumento nel sangue degli enzimi muscolari tipici della sofferenza muscolare come la CREATIN KINASI ( CK ).
Inoltre il muscolo potrebbe essere bersaglio dello stesso sistema immunitario che nel tentativo di combattere il virus aggredisce anche tessuti dell’organismo che presentano analogie con qualche componente del virus ( per il cosiddetto “mimetismo molecolare” ) danneggiandoli gravemente.
Inoltre alcuni farmaci utilizzati per la terapia dell’infezione e delle sue complicanze possono influire sulla salute del tessuto muscolare, a partire dai corticosteroidi che possono indurre atrofia e debolezza.
Sono possibili inoltre anche distanza dalla negativizzazione dei tamponi, vere e proprie artriti acute che ricordano le malattie reumatiche più importanti come l’artrite reumatoide, con cui condividono quadro clinico ed origine immunitaria.
Di possibile riscontro grandi ematomi profondi, in zone anatomiche difficili da esplorare manualmente come nell’addome, nella pelvi, nella profondità di un muscolo.
Questi si formano per le importanti ripercussioni del virus sul sistema coagulativo, specie in senso trombotico, ma talvolta anche in quello emorragico quale complicanza iatrogena del trattamento.
La disfunzione endoteliale
Inoltre le estremità di mani e soprattutto dei piedi possono presentare aree violacee o bluastre, per vasculiti autoimmunitarie, che ricordano molto i classici “geloni” .
Sarà necessario sensibilizzarsi nella ricerca di questi nuovi quadri patologici e ricorrere ad esami specifici per confermare il sospetto diagnostico.
Le immagini diagnostiche delle complicanze muscoloscheletriche da Covid 19
Fortunatamente uno studio della Northwestern University ha esaminato tutti i quadri radiografici, ecografici, alla TC come alla RMN riferibili ad interessamento dell’apparato muscoloscheletrico ed osservati presso il proprio ospedale, pubblicando dati ed immagini molto interessanti.
Consideriamo questo lavoro un utilissimo contributo alla conoscenza in genere di questa nuova malattia, ma anche al lavoro clinico di tutti i giorni. Speriamo che questo sia anche uno stimolo ad approfondire l’argomento nel futuro prossimo.