L’uso della Boswellia o pianta dell’ incenso nella cura del dolore muscoloscheletrico è sicuro ed efficace.
Ringraziamo innanzitutto la Dr.ssa Tiziana Soncini @FitoterapiaFirenze medico esperto in Omeopatia e Fitoterapia per il prezioso contributo alla stesura del post.
Il nome scientifico della pianta è Boswellia serrata, è un’albero originario dell’ India ed ha indicazione popolare ayurvedica nel diabete, nella febbre e per molte malattie cardiovascolari, neurologiche e dermatologiche.
In tempi più recenti studi scientifici autorevoli le hanno riconosciuto capacità antinfiammatorie e antiallergiche spiegando anche i meccanismi con cui gli acidi boswellici estratti dalla corteccia e contenuti nella tipica resina della Boswellia esplicano i loro effetti salutari.
Effetto antinfiammatorio della Boswellia
Gli effetti antinfiammatori originano dall’inibizione di alcuni enzimi coinvolti nei processi infiammatori ed allergici.
La lipossigenasi in particolare è responsabile della sintesi dei leucotrieni, importanti mediatori chimici della flogosi articolare, ma anche di quella della colite ulcerosa e dell’asma bronchiale.
I principi biologicamente attivi della Boswellia non sono ulcerogeni come invece la maggior parte degli antiinfiammatori comunemente usati, probabilmente perché non inibiscono le ciclossigenasi, la cui frazione COX-1 attraverso le prostaglandine esplica effetto gastroprotettore.
Effetto antiedema e condroprotettore della Boswellia
Da studi sull’uso della Boswellia serrata nella terapia complementare di lesioni neoplastiche è emerso anche un effetto antiedemigeno importante.
Molti studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia nella prevenzione della degradazione della cartilagine articolare, nel diminuire la formazione di osteofiti, migliorando la funzionalità articolare e riducendo il dolore nelle forme degenerative come l’artrosi.
L’inibizione delle metalloproteasi, responsabili del danno cartilagineo articolare attraverso la degradazione del collagene di tipo II, rendono la Boswellia particolarmente interessante come condroprotettore ed antinfiammatorio nell’artrosi.
L’effetto antinfiammatorio e condroprotettore della Boswellia la rendono potenzialmente molto efficace nel trattamento della infiammazione di basso grado che accompagna le artropatie tipicamente degenerative specie nelle fasi iniziali per contrastare l’evoluzione della malattia.
Indicazioni della Boswellia nelle malattie osteoarticolari
L’efficacia antireumatica è stata provata per le malattie a componente immunologica come l’ artrite reumatoide in cui si conferma la sicurezza e la buona tollerabilità anche nel lungo periodo di trattamento come la patologia richiede.
La boswellia potrebbe rappresentare una valida alternativa alle terapie tradizionali dell’artrite reumatoide stabilizzata da sola o in associazione ad altri farmaci.
Le preparazioni da utilizzare a base di questa pianta dovrebbero garantire una titolazione in acidi boswellici oltre il 65 % per assicurare un ottima efficacia terapeutica.
L’assorbimento degli acidi boswellici è favorita assumendoli con cibi ad alto contenuto di grassi, per questo molti integratori prevedono l’utilizzo di una preparazione fitosomiale in cui il principio attivo è legato ad un fosfolipide.
La resina tipica della Boswellia può interferire con l’assorbimento intestinale di alcuni farmaci.
Può raramente provocare nausea, vomito, riflusso gastrico, diarrea ed eruzioni cutanee. Controindicato in gravidanza e allattamento.
Se ne consiglia l’assunzione a dosaggio terapeutico dietro prescrizione medica.
Take home message sulla Boswellia nel dolore muscoloscheletrico
La Boswellia assunta per via generale ha efficacia comprovata nella prevenzione e cura delle malattie delle articolazioni.
Svolge attività antinfiammatoria con meccanismo simile agli antinfiammatori chimici senza però essere gastrolesiva.
E’ solitamente ben tollerata anche per lunghi periodi di trattamento in alternativa ai farmaci tradizionali ma da evitare l’associazione contemporanea con quest’ultimi..
E’ indicata sia nelle forme infiammatorie, anche autoimmuni come l’artrite reumatoide, sia in quelle degenerative come l’artrosi di cui può rallentare l’evoluzione.
Controindicata in gravidanza e durante l’allattamento.