Nuove cure sono a disposizione per il trattamento dell’ algodistrofia.
L’algodistrofia, nota anche come sindrome dolorosa regionale complessa (CRPS: Complex Regional Pain Syndrome), è una sindrome dolorosa cronica che colpisce gli arti, spesso dopo una frattura, un trauma minore o un intervento chirurgico.
Ci occuperemo dell’algodistrofia di tipo 1 che rappresenta la stragrande maggioranza dei casi clinici detta anche ” distrofia simpatica riflessa ” o di Sudeck, caratterizzata dall’assenza di danno diretto delle strutture nervose.
I sintomi dell’algodistrofia
I sintomi includono dolore “bruciante”, edema, sudorazione anomala, tremori, spasmi e rigidità articolare.
La cute del distretto interessato si presenta pallida o arrossata, assottigliata, atrofica e translucida molto sensibile al tatto e alla pressione.
A livello generale si possono associare sintomi come insonnia, emicrania, alterazioni dell’umore fino alla depressione.
Il dolore, la limitazione funzionale persistente nel tempo la rendono invalidante.
Le cause della CRPS
Nel mondo anglosassone e in letteratura l’algodistrofia è oggi chiamata CRPS , sindrome regionale dolorosa complessa, come ad indicare la non chiara origine e la complessità dei sintomi.
In effetti le cause dell’algodistrofia non sono note, ma si ritiene possa conseguire ad una risposta disfunzionale e spropositata del sistema nervoso, dell’osso e/o del sistema immunitario in seguito ad un insulto esterno.
Avrebbe quindi una patogenesi multifattoriale innescata da una causa occasionale probabilmente in una persona, più frequentemente femmina, geneticamente predisposta.
La diagnosi di algodistrofia
La sua complessità rende anche difficile e tardiva la diagnosi e quindi anche la terapia.
L’algodistrofia è di fatto di pertinenza specialistica trasversale e questo può rendere più lento il riconoscimento del giusto
specialista a cui indirizzarsi.
Molto spesso, anche per la relazione frequente con un precedente trauma, il primo specialista a cui afferisce è l’ortopedico o il fisiatra.
Inoltre l’assenza di riscontri di laboratorio specifici contribuisce al rallentamento della diagnosi, insieme all’assenza di metodiche strumentali dotate di sensibilità e specificità assolute.
La diagnosi di algodistrofia si basa quindi principalmente sulla storia del paziente e sull’esame clinico.
Le indagini strumentali, in particolar modo la RMN e la scintigrafia, da richiedersi nei singoli casi rappresentano un utile supporto.
La terapia medica della CRPS
In ambito farmacologico il neridronato rappresenta la molecola più valida per il trattamento dell’algodistrofia anche se sono stati utilizzate altre sostanze della famiglia dei difosfonati o bisfosfonati.
La somministrazione di neridronato sodico nelle fasi iniziali della malattia determina una riduzione rapida ed efficace del dolore ( sia allodinia che iperalgesia ) oltre all’edema.
Classicamente viene utilizzato per somministrazione endovena, ma recenti studi hanno mostrato efficacia anche del trattamento per via intramuscolare fino dalla seconda settimana di cura.
Il trattamento deve essere iniziato entro la 4 settimana dall’inizio della sintomatologia, per questo è importante una diagnosi specialistica precoce.
La via intramuscolare ha molti vantaggi per il paziente e per il sistema sanitario, permettendo di gestire la terapia in modo indipendente, evitando frequenti accessi ospedalieri e riducendo l’intervallo di tempo tra l’inizio dei sintomi e l’inizio del trattamento.
Questo approccio facilita non solo l’accesso alla terapia, ma anche il mantenimento della terapia nel lungo termine, contribuendo così a migliorare i risultati clinici complessivi.
Rimangono utili gli antinfiammatori ( FANS ), i cortisonici, farmaci analgesici anche oppiodi, antiepilettic, alcuni antidepressivi sempre su prescrizione medica e in rapporto alle specifiche esigenze del singolo soggetto.
La terapia fisica e riabilitativa dell’ algodistrofia
Il trattamento fisioterapico e riabilitativo è essenziale in ogni fase dell’algodistrofia.
Nelle fasi iniziali della malattia il trattamento fisioterapico è raccomandato poiché può influire sui vari aspetti della sintomatologia quali
l’edema locale, il dolore e le limitazioni di movimento.
Si utilizzano tecniche antalgiche anche strumentali, di rilassamento, di drenaggio, di mobilizzazione, eventuali tutori statici.
Tra i mezzi fisici classicamente utilizzati le TENS e la magnetoterapia.
Anche la Ossigenoterapia Iperbarica ( OTI ) trova indicazione assieme al trattamento riabilitativo in questa patologia per un numero totale di sedute da 30 a 50.
Le Onde d’Urto ( ESWT ) nella cura della CRPS
Sappiamo che nell’algodistrofia è presente un importante edema midollare osseo ( BME ) documentabile alla RMN.
Nella sindrome algodistrofica il BME non è considerato patognomonico perché non possiede requisiti di sensibilità e specificità.
Risultano importanti nel mantenere dolore e infiammazione la sostanza P e il CGRP (Calcitonin Gene Related Peptide, peptide correlato al gene della calcitonina ) che insieme all’aumento di vasodilatazione, permeabilità capillare e cellule proinfiammatorie comportano gonfiore, eritrosi e calore.
Successivamente compaiono ipossia tissutale e acidosi, con aumento di radicali liberi, portando ad allodinia e iperalgesia, tipiche dell’algodistrofia. Nel microcircolo può risultare un danno endoteliale, con aumento di endotelina I e riduzione di ossido nitrico con conseguente vasocostrizione e riduzione del termotatto.
In molti di questi meccanismi che provocano e mantengono la malattia nel tempo, le Onde d’Urto possono giocare un ruolo chiave, a cominciare dall’edema osseo, dato confermato anche dalle ultime linee guida internazionali dell’ ISMST.
Per approfondire questi meccanismi consulta il nostro post dedicato.
Protocollo terapeutico con Onde d’Urto nella CRPS di tipo 1
Le Onde d’Urto richiedono un trattamento ambulatoriale una volta o due la settimana per un numero piuttosto limitato di sedute e deve essere associato a tutte le altre terapie mediche e riabilitative riconosciute utili in questa grave patologia.
In particolare hanno una compliance molto superiore ad altri trattamenti fisici “fai da te” molto pubblicizzati che richiedono purtroppo tante ore di applicazioni e per periodi tempo molto più lunghi.
I trattamenti devono essere eseguiti da personale medico esperto della metodica e della patologia come raccomandato dalle linee guida.
Siamo a Firenze e rimaniamo a disposizione di chi soffre di questa grave patologia.