Con le Olimpiadi in corso a Parigi, un recente articolo statistico pubblicato sul Royal Statistical Society’s Significance Journal ci svela a quale età si ha il picco delle prestazioni nello sport.
Con i Giochi Olimpici che si svolgono una volta ogni 4 anni, gli atleti hanno una finestra limitata di opportunità per partecipare.
Dovrebbero perciò considerare attentamente quando e come allenarsi per massimizzare la loro probabilità di qualificarsi per le Olimpiadi e raggiungere obiettivi ambiziosi.
Lo stesso non vale per altri sport, come il calcio e il tennis ad esempio, per cui le occasioni di imporsi sono più frequenti nel tempo per l’offerta di eventi internazionali rilevanti annuali o biennali.
Lo studio su età e picco delle prestazioni nello sport
Gli autori hanno analizzato i dati storici dai Giochi Olimpici del 1996 ad Atlanta sulle massime prestazioni sportive per comprendere i progressi degli atleti e i fattori che influiscono sulle dimensioni e sulla tempistica delle finestre di picco delle prestazioni
Sfruttando l’analisi dei dati raccolti sono stati in grado di fare previsioni significative sull’età in cui gli atleti olimpici di atletica leggera raggiungono il picco delle loro performance.
I dati dedotti per l’atletica leggera sono verosimilmente molto indicativi anche per diverse altre discipline sportive.
Ogni atleta potrebbe avere un unica grande opportunità olimpica
Hanno anche scoperto che il fiore all’occhiello di un campione di atletica leggera in genere si estende su una singola Olimpiade, anche se alcuni atleti come Kim Collins sembrano aver sperimentato più finestre.
Collins fece il suo record sui 100 mt nel 2003 diventando campione del mondo, a 27 anni.
Ma il 29 maggio 2016, sulla pista di Bottrop in Germania, Kim Collins entra ufficialmente nella storia: ad ormai 40 anni compiuti stabilisce il suo primato personale con 9″93 sui 100 metri, primo quarantenne di tutti i tempi a far segnare un tempo sotto i 10 secondi nella specialità.
Gli autori dello studio inoltre hanno scoperto che l’età di allenamento di un atleta era il predittore più influente, mentre la tempistica delle Olimpiadi e la nazionalità, la categoria dell’evento e il sesso dell’atleta erano meno informativi.
Il fattore età come predittore principale del successo
L’età dell’atleta al momento della preparazione per partecipare alla prossima olimpiade sembra quindi essere il fattore condizionante più importante.
Siccome dopo questa età ottimale si è visto dallo studio che la chance di una possibile vittoria subisce un rapido declino, si può concludere che ogni potenziale campione ha pressoché nella vita professionale un unica grande occasione di successo, anche se sui grandi numeri si sono viste eccezioni.
Hanno scoperto che l’età media di partecipazione degli atleti olimpici di atletica leggera è rimasta notevolmente costante sia per gli uomini che per
le donne negli ultimi tre decenni: poco meno di 27 anni.
A 27 anni il picco delle prestazioni sportive
Lo studio di Awosoga e Chow conclude che l’età media dei maggiori successi olimpici è di 27 anni.
La progressione delle prestazioni nella carriera della maggior parte degli atleti può essere tipicamente visualizzata come una curva a campana, in cui gli sportivi si allenano per diversi anni per raggiungere la loro migliore prestazione, o “picco”, per poi diminuire gradualmente la performance.
Dopo i 27 anni, c’è solo il 44% di probabilità che il picco di un atleta debba ancora avvenire, e questa percentuale diminuisce ogni anno successivo.
Massa muscolare età e picco delle prestazioni nello sport
I dati fornitoci dallo studio hanno puro significato statistico su un’ampia scala di soggetti che praticano diverse discipline all’interno dell’atletica leggera.
Molti aspetti importanti da quelli tecnici a quelli biologici che influiscono sul raggiungimento di record sportivi sono stati ignorati.
La prima cosa che salta all’occhio è la coincidenza dell’età ritenuta ottimale per il picco di prestazioni sportive ( 27 anni ) con quella nota da tempo del picco di massa muscolare ed ossea ( attorno ai 30 anni ) per entrambi i generi.
Quindi a prescindere dalla preparazione fisica e tecnica e dalla crescita psicologica e motivazionale dell’atleta ( e perché no anche degli incidenti di percorso per malattia ed infortuni ) sotto il profilo biologico l’età prossima ai 27 anni rappresenta il massimo della disponibilità dell’organismo a raggiungere gli obiettivi prefissati anche molti anni prima.
Avremo modo nei prossimi Giochi Olimpici di Parigi di godere dei successi nelle diverse discipline con un occhio più attento anche a questi dati.