Una pubblicazione scientifica del 2020 potrebbe confermare quanto successo nei controlli antidoping al grande Sinner, quindi la scienza potrebbe essere la miglior difesa del campione.
La sua assoluzione da parte dell’ ITIA per “assunzione involontaria” infatti potrebbe essere impugnata nei prossimi giorni da WADA e NADO.
La notizia della positività al Clostebol per ben due volte ai controlli antidoping di Jannik Sinner nel marzo scorso sta riempiendo le prime pagine di giornali e web, anche perché la notizia non era fin ora trapelata.
Sinner e i suoi legali hanno basato la difesa ricostruendo i fatti accaduti in quei giorni durante il torneo di Indian Wells in California.
Si tratterebbe di un doping involontario per trasmissione di una sostanza vietata da parte di un altra persona del team che avrebbe contaminato il campione durante un trattamento manuale.
Il Clostebol
La sostanza in causa sarebbe il Clostebol uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone contenuto in alcuni prodotti disponibili in farmacia ad uso locale per facilitare la guarigione delle ferite, ulcere e piaghe.
Il Clostebol a dosaggi adeguati aumenta la massa muscolare e le prestazioni sportive ed è proibito dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA).
La sostanza è ben segnalata anche sulla confezione dei prodotti che la contengono come DOPING.
Per questo chiunque la usi dovrebbe tenerne conto, ma se a farlo è un soggetto non tenuto all’osservanza del doping la cosa diventa lecita.
Il fatto è che questa sostanza applicata sulla cute di un soggetto può essere assorbita da uno sportivo che ne venga inconsapevolmente a contatto e l’assorbimento indiretto sarebbe tale e sufficiente da renderlo positivo ai controlli antidoping.
Detta così sembrerebbe alquanto strana e poco credibile, per questo l’assoluzione ha generato comunque un certo clamore a livello internazionale.
Eppure il fenomeno è ben conosciuto e già oggetto di pubblicazioni scientifiche anche italiane, perché da noi il problema pare essere attuale proprio per la facilità di reperire la preparazione in causa in farmacia senza ricetta medica.
Cosa dice la letteratura sulla contaminazione involontaria da Clostebol
Una pubblicazione di Xavier de la Torre e coll del novembre 2020 prende in considerazione la possibilità della accidentalità della positività ai controlli per il Clostebol per contatto con persone dello staff o familiari che ne fanno uso sulla cute.
Gli autori affermano tradotto letteralmente:
“Abbiamo indagato, attraverso l’applicazione delle ben note e attualmente utilizzate procedure di spettrometria di massa gascromatografica, la probabilità di queste accuse e abbiamo dimostrato che dopo una singola somministrazione transdermica di 5 mg di clostebol acetato e un contatto transitorio con l’area di applicazione, è possibile generare risultati analitici avversi nei controlli antidoping. “
Considerando che la dose di 5 mg di principio attivo preso in considerazione dallo studio vengono erogati con 1 ml di spray o 1 gr di crema e che sono in genere consigliati 1 o 2 applicazioni locali al giorno, potrebbero facilmente realizzarsi le condizioni sopra descritte.
Questo articolo pubblicato diversi anni fa dimostrerebbe con scienza che Sinner ha basato la sua difesa dalla positività al Clostebol su basi solide e difficilmente contestabili allo stato dei fatti noti sulla vicenda.
Inoltre i valori riscontrati sarebbero molto molto più bassi di quelli riconosciuti necessari a poter modificare le capacità sportive.
Quindi verrebbe anche meno l’effetto reale del vantaggio dal doping.