In questo post vogliamo fare il punto sulle conoscenze attuali sulla Sindrome della Bandelletta Iliotibiale ( ITBS ) ed in particolare sulla sua prevenzione e cura.
Cos’é la Bandelletta Iliotibiale
Consiste in guaina dura e fibrosa longitudinale che corre lungo la coscia laterale e funge da importante struttura coinvolta nel movimento degli arti inferiori. L’ ITB è anche conosciuta come la banda di Maissiat e si estende sull’arto inferiore lateralmente prima di inserirsi sul tubercolo di Gerdy sulla tibia prossimale/laterale.
E’ questa anche la sede più frequente del dolore caratteristico della sindrome.
Prossimalmente nella coscia, l’ ITB riceve contributi fasciali dalla fascia profonda della coscia, dal grande gluteo ( GMAX ) e dal tensore della fascia lata (TFL).
Il TFL è la fascia di rivestimento profondo della coscia, che comprende i muscoli dell’anca e degli arti inferiori intorno a questa regione.
Distalmente, l’ ITB diventa uno strato indistinto dei tessuti molli del ginocchio laterale, quasi un ispessimento della fascia lata senza margini chiaramente distinti da questa.
Bandelletta Iliotibiale e non Ileotibiale come troppo spesso si trova in rete !
Purtroppo navigando in rete si incontra spesso il termine ILEOTIBIALE che è una grande castroneria perché il termine corretto è ILIOTIBIALE che deriva dalla radice ilio- che fa riferimento al bacino, dove effettivamente ci troviamo.
La radice ileo- deriva invece dal nome di un tratto di intestino (????) che non ci incastra proprio niente anche se apparentemente può suonare simile.
Beata ignoranza di chi scrive facendosi grande.
Sintomi della Sindrome della Bandelletta Iliotibiale
La sindrome della bandelletta iliotibiale è una causa comune di dolore laterale al ginocchio correlato all’intensa attività fisica che comporta una flesso-estensione ripetitiva del ginocchio.
Ne consegue un’infiammazione acuta o cronica della borsa sinoviale o del grasso adiacenti alla banda iliotibiale ( ITB ) per fenomeni di attrito di questa col condilo femorale.
La stessa patologia può verificarsi più in alto sul grande trocantere ed è da considerarsi la stessa diagnosi.
Molte altre patologie in entrambe le sedi possono dare sintomi simili, per cui è sempre molto importante sottoporsi ad una visita medica che possa confermare la diagnosi.
Molte altre patologie in entrambe le sedi possono dare sintomi simili, per cui è sempre molto importante sottoporsi ad una visita medica che possa confermare la diagnosi.
Ogni altro trattamento improvvisato senza una diagnosi corretta può contribuire a trascurare la patologia, facendola peggiorare e soprattutto cronicizzare, oltre ad incidere su tempi e costi sprecati.
Quindi evitate il fai da te e il fare approssimativo per “provare” come va tanto di moda oggi.
Chi colpisce la ITBS ?
La sindrome della bandelletta iliotibiale colpisce comunemente pazienti giovani e fisicamente attivi, il più delle volte sportivi che praticano corsa di lunga distanza o ciclisti.
Rappresenta ad esempio il 12 % delle patologie da sovraccarico ( overuse ) dei runners.
Sono considerati fattori predisponenti all’insorgere della patologia:
- – differenza di lunghezza degli arti inferiori
- – ginocchio varo o sporgenza dei condili femorali esterni per qualsiasi causa
- – rotazione interna del ginocchio
- – iperpronazione del piede / caviglia
- – eccessivo potenziamento degli adduttori dell’anca
- – ridotta larghezza pelvica (riduzione della distanza tra le SIAS)
- – retrazione / accorciamento miofasciale
Ne soffrono molto più le donne rispetto agli uomini.
Come si previene la ITBS ?
La prevenzione della Sindrome della Bandelletta Iliotibiale inizia col rimuovere o correggere i fattori predisponenti elencati o altri riscontrati nel singolo caso.
La valutazione ed eventuale correzione di patterns motori ritenuti favorenti l’insorgere della patologia come l’intrarotazione e eccessiva adduzione dell’arto inferiore ed una ristretta base d’appoggio, così come l’ampiezza delle flessione del ginocchio durante la corsa o la pedalata.
Importante risulta evitare aumenti eccessivi e bruschi ( e non progressivi ) delle distanze nella corsa come la quota in discesa nel programma di allenamento.
Si raccomanda di mantenere un buon equilibrio nel potenziamento tra adduttori e abduttori dell’anca ed un costante programma di stretching e flessibilità.
La cura della Sindrome della Bandelletta Iliotibiale
Purtroppo trattandosi di una patologia multifattoriale non esistono al momento protocolli e linee guida certi e condivisi per questa patologia.
La valutazione anamnestica e chinesiologica dell’atleta oltre ad eventuali pochi accertamenti diagnostici dovranno guidare il percorso di cura del singolo soggetto.
Nella maggior parte dei casi il trattamento conservativo permette di guarire e di riprendere l’attività sportiva in tempi non sempre rapidi, mentre una piccola percentuale deve ricorrere all’intervento chirurgico.
Una indicazione chirurgica di prima scelta, ad esempio, è rappresentata dalla presenza di una esostosi del condilo femorale laterale che determina il conflitto con la bandelletta.
In questo caso è necessario eseguire accertamenti diagnostici mirati che portino ad una diagnosi di certezza senza perdersi in trattamenti sintomatici inutili e dispendiosi.
In letteratura e nella nostra esperienza pochi interventi conservativi sono riconosciuti largamente efficaci: il riposo iniziale( anche relativo ) , le infiltrazioni steroidee, gli esercizi di stretching mirati, la terapia manuale e le Onde d’Urto ( ESWT ).
Il controllo del dolore all’inizio della cura è fondamentale ed avviene col riposo, infiltrazioni steroidee in passato ed oggi prevalentemente fitoterapiche ( anche per motivi di doping ) e terapia antinfiammatoria per via generale con FANS o principi naturali.
Nella nostra esperienza un ruolo fondamentale oltre quanto sopra ricordato è rappresentato dalla terapia con Onde d’Urto Focali eseguite da medico esperto.
Le Onde d’Urto nella cura della sindrome della Bandelletta Iliotibiale
Pur essendo la ITBS una patologia di origine multifattoriale, il quadro anatomopatologico risultante è quello di una infiammazione locale con aumento di liquidi nei tessuti molli tra la banda e l’osso sottostante.
Possono comparire formazioni eventuali di tipo cistico o borsitico, ispessimento della bandelletta stessa e fibrosi reattiva degli stessi tessuti molli, fino alla reazione ossea periostale.
Le Onde d’Urto possono essere utilizzate per molti dei quadri patologici sopra menzionati dalla infiammazione all’edema dei tessuti molli, dalla presenza di cisti / borsiti all’indurimento e fibrosi connettivale, fino alla reazione periostale.
Non a caso la maggior parte delle pubblicazioni scientifiche e revisioni degli ultimi 10 anni che trattano della ITBS citano le ESWT come un mezzo terapeutico efficace, sicuro senza effetti collaterali da sole o in sinergia con altri interventi come esercizi, stretching, terapia manuale.
La terapia è indolore, non necessita di preparazione né particolari attenzioni dopo il trattamento, si eseguono poche sedute con frequenza di una o due la settimana.
Sempre eseguite da medico esperto / certificato.
Le cure sono fiscalmente detraibili se corrisposte in modo tracciabile secondo la normativa vigente.