La domanda che si pone e ci pone frequentemente il paziente prima della cura è : le infiltrazioni fanno male ?
Ovviamente nel senso che potrebbero essere dolorose e non certo che potrebbero nuocere alla salute.
In quest’ultimo senso eventualmente si assiste a qualche giustificata perplessità in merito all’uso dei cortisonici.
Ma anche in questo caso, se lo fosse davvero indispensabile e lecito ( attenzione al DOPING ! ) bisogna riporre fiducia nel medico.
Cosa sono le infiltrazioni
Per infiltrazioni si intende una pratica medica cruenta che comporta l’esecuzione di una o più iniezioni nei tessuti molli o all’interno di una articolazione allo scopo di somministrare localmente un farmaco o altre sostanze attive.
Devono essere eseguite secondo procedure asettiche con materiali sterili e monouso.
In particolar modo per quelle effettuate all’interno delle articolazioni si deve evitare di portare germi all’interno potendo dare luogo ad un artrite settica.
La procedura può essere eseguita ambulatorialmente e richiede tempi di esecuzione molto rapidi.
Nella pratica ortopedica si possono infiltrare tutte le principali articolazioni utilizzando aghi di misura adeguata alla profondità del sito da raggiungere e alla sostanza usata.
Le sedi più frequenti in ambito muscoloscheletrico sono la spalla, il ginocchio e l’anca ma anche il gomito e la caviglia.
Oltre ad altri distretti caratterizzati da fenomeni di compressione su strutture nobili come tunnel carpale e tarsale, o di stenosi come per le guaine tendinee o puramente infiammatori come nelle borsiti.
Quali farmaci o sostanze si usano nelle infiltrazioni ?
Classicamente in ambito ortopedico si usavano anestetici e cortisonici.
Negli ultimi anni l’armamentario terapeutico si è esteso agli acidi ialuronici, a sostanze rigenerative come il PRP ( Plasma Ricco di Piastrine ) ed il collagene oltre a preparati di natura omotossicologica.
Ogni sostanza prevede protocolli terapeutici diversi che tengono conto anche del tipo di problema e del soggetto che si sottopone alla cura.
La tecnica infiltrativa ecoguidata
Si sta diffondendo negli ultimi anni l’uso dell’ecografia come guida all’esecuzione della corretta infiltrazione nella sede precisa desiderata.
In alcune situazione il vantaggio di seguire visivamente l’ago nei diversi tessuti e di osservare l’ingresso della sostanza iniettata è un grande passo avanti specie in articolazioni profonde come l’anca o in distretti più piccoli come il tunnel carpale o una guaina peritendinea.
Nella stragrande maggioranza dei casi questa procedura non è invece indispensabile potendosi avvalere di punti di repere anatomici sicuri e di adeguato addestramento professionale.
L’informazione del paziente in merito alla procedura
Prima di iniziare la cura il soggetto deve essere adeguatamente informato sulla diagnosi, sulle diverse possibilità terapeutiche che possono risultare utili, sui possibili effetti collaterali che ci potrebbero essere ed anche in particolare sul dolore.
Essendo una tecnica invasiva, anche se di profilo modesto e con basso impatto, le infiltrazioni devono essere eseguite dopo che il paziente ha ben compreso la procedura e rilasciato il proprio consenso informato.
Cosa si deve sapere sul dolore ?
In merito al dolore deve essere spiegato che nella maggior parte dei casi l’iniezione risulta ben tollerata, assimilabile a quella intramuscolare, e non comporta alcuna procedura anestesiologica.
In alcune zone anatomiche più sensibili come ad esempio le mani, il dolore può essere più significativo anche se di breve durata.
Esiste poi la possibilità che il dolore compaia a seguito dell’infiltrazione, nell’immediatezza della procedura o a distanza di qualche ora.
Anche su questo bisogna rendere ben edotto il paziente che non dovrà preoccuparsi del fatto in se e che sarà ben preparato ad assumere comportamenti idonei e già condivisi per ridurre al minimo il disagio.
Può trattarsi di osservare del riposo, di far uso di ghiaccio locale o in casi rarissimi di assumere un blando analgesico.
Take home message
Concludendo le infiltrazioni con farmaci o sostanze attive sono una procedura consolidata nel tempo ed ancor oggi molto utilizzata.
Se si rispettano poche regole di sicurezza e buona pratica medica risultano sicure e molto efficaci.
Il vantaggio è quello di portare il farmaco dove ce n’è maggior bisogno senza ricorrere all’assunzione per via generale ( per bocca o iniettiva intramuscolare ).
Questo comporterebbe maggior impegno dell’organismo ( metabolismo, veicolazione, smaltimento ) e necessità di dosaggi molto maggiori di quelli usati localmente.
Il dolore è solitamente momentaneo e modesto in coincidenza della puntura al pari di altre tecniche iniettive più comuni come quella intramuscolare e non richiede alcun provvedimento.
Raramente può comparire dolore, arrossamento o senso di gonfiore nella sede di iniezione a distanza di qualche ora dalla infiltrazione.
Questi disturbi richiedono solo pochi semplici interventi già precedentemente illustrati dal medico in occasione del consenso informato.