Sebbene l’osteoporosi sia più comunemente associata all’età avanzata può anche colpire individui più giovani soprattutto nel contesto di specifiche condizioni mediche come la gravidanza ( specie la prima ) e l’ allattamento.
Generalmente la gravidanza e l’allattamento normali non comportano importanti modificazioni della densità ossea.
Opportuni meccanismi fisiologici ripristinano infatti i normali livelli di calcio e di densità ossea dopo lo svezzamento.
L’osteoporosi associata alla gravidanza e all’allattamento (PLO) spesso non viene rilevata perché asintomatica.
In questa fase, in assenza di dolore o di fratture, la diagnosi richiede un alto grado di sospetto.
Inoltre gli esami a raggi X e la densitometria ossea vengono evitati il più possibile durante il periodo perigravidico per i possibili rischi.
Si tratta indubbiamente di una patologia rara, secondo dati giapponesi con una incidenza di 4,5 casi ogni 10.000 gravidanze.
Però se non viene sospettata e rilevata può portare a fratture osteoporotiche, cioè spontanee in assenza di validi traumi, e disabilità.
In tutte le donne post partum che lamentano dolore alle anche o lombare acuto persistente bisogna pensare a questa eventualità e sospettare una diagnosi di osteoporosi e possibili fratture vertebrali.
Sebbene la PLO si manifesti prevalentemente nella prima gravidanza, la recidiva può verificarsi nel 20-33% dei casi nelle gravidanze successive.
Cause della PLO
Le cause di questa patologie non sono certe, ma si pensa a fattori favorenti già presenti e che la gravidanza e l’allattamento abbiano solo il ruolo di smascherare la malattia.
Quindi la bassa densità minerale ossea (BMD) preesistente, la bassa assunzione di calcio nella dieta, la carenza di vitamina D, la prima gravidanza, la predisposizione genetica e i farmaci (ad es. prodotti a base di eparina, steroidi orali, contraccezione a base di solo progestinico dopo la gravidanza) sembrano essere stati identificati come possibili fattori di rischio.
Anche alterazioni ormonali come iperparatiroidismo e ipertiroidismo possono favorire l’insorgenza di PLO.
Il prolungato riposo a letto, il fumo di sigaretta e la magrezza rappresentano altri fattori di rischio.
È stato anche dimostrato che un alto numero di gravidanze e la storia di allattamento prolungato influenzano negativamente la densità ossea.
Principali complicazioni dell’osteoporosi in gravidanza
L’osteoporosi associata alla gravidanza e all’allattamento (PLO) provoca fratture da fragilità nella colonna vertebrale o alle anche durante il terzo trimestre di gravidanza o all’inizio del post-partum.
Si parla di ” osteoporosi transitoria dell’anca ” ed è la forma più diffusa di questa patologia.
Si ha un indebolimento dell’osso della testa femorale per perdita della sua densità con dolore all’anca, all’inguine e alla parte anteriore della coscia.
La maggior parte delle fratture (70-90%) si verifica durante l’allattamento e la regione toracolombare della colonna vertebrale è quella più comunemente colpita.
E’ molto frequente la concomitanza di più fratture a più corpi vertebrali.
La condizione di solito si presenta con un forte mal di schiena, che può essere erroneamente diagnosticato come un tipico sintomo della gravidanza.
Una modesta perdita di altezza è comune nei pazienti con fratture spinali, talvolta si può andare incontro ad una vera e propria disabilità temporanea e più raramente può essere osservata anche un’invalidità permanente, per il dolore e le alterazioni posturali ( aumento / comparsa della cifosi ).
Questo dolore senza causa apparente può essere molto frustrante per una neomamma, che può sentirsi inadeguata o in colpa per l’incapacità di prendersi cura del proprio bambino come vorrebbe.
Secondo alcuni può accadere che nelle donne con osteoporosi gravidica non riconosciuta venga posta erroneamente la diagnosi di depressione post parto.
Come si cura l’osteoporosi legata alla gravidanza e allattamento ?
E’ consigliata solitamente l’interruzione dell’allattamento al seno.
La sua gestione prevede ovviamente il trattamento dell’osteoporosi, ma con molte difficoltà pratiche per il timore di potenziali effetti pericolosi sul feto correlati ai farmaci.
Solitamente è ben accettata la terapia con supplementazione di calcio e vitamina D, molto meno quella con farmaci specifici contro il riassorbimento osseo ( bifosfonati ) o la formazione di osso ( teriparatide ).
In effetti il teriparatide, l’analogo dell’ormone paratiroideo umano ricombinante, è il più frequentemente utilizzato nella gestione dell’OLP, poiché promuove la formazione ossea e non è correlato a gravi effetti avversi sul feto.
L’uso di ortesi ( busto ortopedico ) è solitamente impossibile durante la gravidanza e possibile ma con forte disagio dopo il parto.
Ancora oggi rimangono anche nel mondo scientifico molte controversie riguardanti la diagnosi, la prognosi e le opzioni di trattamento.
Non esiste un’opinione o una linea guida reciprocamente condivisa nel trattamento di questa condizione patologica.
Nei casi più gravi, con crolli vertebrali multipli si può ricorrere ad interventi di cifoplastica o di stabilizzazione per scongiurare complicanze neurologiche.
Prevenzione dell’osteoporosi in gravidanza e allattamento
In considerazione del fatto che la malattia sia rara, ma altrettanto rischiosa e potenzialmente invalidante quando compare, la prevenzione si basa sul sospetto di essere già in condizione di bassa densità ossea prima di intraprendere la gravidanza.
Sembra che le donne con bassa BMD preesistente o cause genetiche di fragilità scheletrica siano ad alto rischio di sviluppare l’PLO.
Deve guidare al sospetto il sussistere di condizioni favorenti una fragilità ossea anzitempo in base ad anamnesi e familiarità.
In questi casi è possibile eseguire accertamenti che documentino con certezza le condizioni in essere del sistema scheletrico ed eventualmente porre in essere la terapia necessaria prima di affrontare la gravidanza.
Molto importante è la prevenzione primaria in gravidanza suggerendo l’assunzione di vitamina D alle donne in attesa.
Nel caso di gravidanze successive si raccomanda di aspettare che valori metabolici e densità ossea normali siano ristabiliti.