La vitamina D è nota principalmente da tempo per il suo ruolo nell’assorbimento e nel metabolismo del calcio per la salute delle ossa, ma ha anche effetti extrascheletrici
Sappiamo che svolge un ruolo rilevante nel mantenimento di uno scheletro mineralizzato sano e nella prevenzione del rachitismo nei bambini e
dell’osteomalacia / osteoporosi negli adulti.
Questi ultimi sono stati identificati in anni più recenti e sussistono ancora molte incertezze sui reali meccanismi che sono alla base di questi effetti.
Un altra questione irrisolta è quale sia il livello ottimale del dosaggio della vitamina D per esercitare questi benefici.
Il metro abitualmente usato è il dosaggio nel sangue della 25OHvitD che la forma monoidrossilata della vitD.
Molti studi evidenzierebbero per gli effetti extrascheletrici valori probabilmente diversi da quelli considerati sufficienti per la salute delle ossa.
Cercheremo di esaminare gli aspetti al momento maggiormente definiti, pur sapendo quanto siano approssimative le conoscenze attuali sul tema.
Funzione muscolare
Iniziamo dagli effetti benefici della vitamina D sul sistema muscolare, apparentemente il più vicino funzionalmente a quello scheletrico.
Sappiamo che la vitamina D contribuisce alla forza e alla funzione muscolare, riducendo il rischio di cadute e fratture negli anziani.
Gli effetti si realizzano indirettamente regolando i livelli di calcio nel sangue che è essenziale per la contrazione delle fibre muscolari.
La vitamina D è implicata altresì nella crescita e sviluppo del tessuto muscolare influenzando la composizione e la morfologia delle fibre.
Inoltre diversi studi osservazionali hanno mostrato una diretta correlazione tra stato vitaminico e forza muscolare / stabilità posturale.
La vit D può modulare infiammazione e dolore, favorendo la salute e la funzionalità muscolare, riducendo lo stress ossidativo e il tono muscolare.
Sistema immunitario
La vitamina D modula la risposta immunitaria, riducendo il rischio di infezioni e malattie autoimmuni, oltre al alcuni tumori maligni.
La vitD regola il sistema immune innato ( o non specifico, che difende rapidamente l’ospite dall’infezione e dalla colonizzazione di altri organismi ) .
Ma influenza anche il sistema immune acquisito ( o adattiva o specifica rivolta ad un agente patogeno specifico ) attraverso un processo tardivo complesso, umorale e cellulare.
Il legame tra insufficienza di 25OHD e incidenza di infezioni ha incentivato il suo uso come agente di prevenzione o rinforzo terapeutico per varie infezioni.
Tra queste faringotonsilliti, bronchioliti, polmoniti e influenza, ma anche TBC, HIV, HCV.
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Infezione da COVID-19 e Vitamina D
Alcuni studi hanno trovato una relazione inversa tra i livelli sierici di 25OHD nel sangue e il rischio o la gravità di COVID-19.
Inoltre la vitamina D può aiutare a controllare l’infiammazione, che rappresenta un fattore significativo nella gravità del COVID-19.
Si ritiene anche che supporti la funzione dei linfociti T regolatori (Treg) fondamentali nella prevenzione dell’infiammazione incontrollata.
L’integrazione di vitamina D sia generalmente considerata sicura e possa avere potenziali benefici nel ridurre il rischio di infezioni respiratorie,
Invece il suo ruolo specifico nella prevenzione o nel trattamento del COVID-19 rimane oggetto di indagine.
Non è ancora chiaro se l’integrazione di vitamina D possa prevenire l’infezione da COVID-19.
La vit D nella prevenzione e cura dei tumori
La Vit D è stata studiata per il suo potenziale ruolo nella prevenzione e nella cura dei tumori maligni.
Evidenze scientifiche dimostrano che livelli sufficienti di Vit D possono essere associati a un generico rischio più basso di alcuni tipi di cancro.
In particolare riguarderebbero quello colorettale.
Infatti livelli circolanti di 25OHD più alti sono stati associati in modo inversamente proporzionale con l’incidenza e recidiva di questo tumore.
La forma attiva della Vit D, il calcitriolo (1,25OH Vit D o D3 ), eserciterebbe effetti inibitori sulla crescita e facilitanti la differenziazione su molte cellule maligne.
Questo comporterebbe minore crescita del cancro ed una maturazione cellulare e maturazione verso forme meno aggressive.
Sistema cardiovascolare
Bassi livelli di vitamina D sono associati a un aumento del rischio di ipertensione, malattie cardiache e ictus.
Recenti progressi sono stati fatti in questo in particolare con il benefico effetto della Vit D nel ridurre la formazione della placca ateromatosa e la sua calcificazione, correlabile ai vari fattori di rischio quali l’ipertensione, la anomala concentrazione lipidica e la sindrome metabolica.
La possibilità di un’azione cardioprotettiva della Vit D viene rafforzata anche dal fatto che le cellule endoteliali dell’aorta, dei cardiomiociti e dei fibroblasti esprimono l’enzima 1alfa-idrossilasi con la possibilità di trasformare il 25OHD direttamente nella forma attiva, indipendentemente dall’intervento renale.
Pur nella variabilità degli studi clinici è opinione diffusa che un adeguato apporto di Vit D con valori di 25(OH)D (pari o maggiori di 30 ng/ml o più) sia necessario per ridurre i rischi di incorrere in patologie cardiovascolari.
Evidenze più convincenti provengono dagli studi sull’ipertensione che hanno mostrato una relazione inversa tra i livelli di 25(OH)D e il rischio di ipertensione arteriosa.
Il fatto che la maggiore incidenza di ipertensione essenziale si verifichi nei mesi invernali e alle più alte latitudini rende ragionevole ritenere che una minor produzione di Vit D possa contribuire ad aumentarne la prevalenza.
Depressione e disturbi dell’umore
Un buon livello di Vit D circolante si collega con una riduzione del rischio di depressione e disturbi dell’umore.
La proprietà della Vit D di influenzare la fisiologia di vari organi e tessuti ha spinto a valutare i possibili effetti sul sistema nervoso centrale, un’ipotesi questa che trova supporto anche nella capacità di attraversare la barriera ematoencefalica e raggiungere il fluido cerebrospinale e il cervello.
A questa proprietà si aggiunge anche la capacità delle cellule del cervello di trasformare la pro-Vit D nel suo metabolita attivo, 1,25OH VitD per la presenza dei due enzimi responsabili della trasformazione, la 25-idrossilasi e 1α-idrossilasi.
Il calcitriolo ( o Vit D attivata ) agisce attraverso il legame con i suoi recettori specifici presenti nei neuroni e nelle cellule gliali di varie aree cerebrali essenziali per i processi cognitivi.
A confermare il suo possibile intervento su alcune patologie neurologiche vale ricordare che la Vit D è anche in grado di regolare la sintesi di fattori neurotrofici quale il Nerve Growth Factor (NGF) e la neurotrofina che consentono un controllo sul differenziamento neuronale.
La Vit D è risultata in grado di regolare l’espressione genica di vari neurotrasmettitori quali la dopamina, l’acetilcolina, la serotonina e l’acido γ-aminobutirrico.
Recenti esperimenti sugli animali mostrano come il calcitriolo tenda a limitare l’accumulo di β-amiloide, elemento tipico delle lesioni cerebrali legate all’ Alzheimer tramite l’attivazione dei macrofagi.
A questo proposito risulta che i soggetti con valori di 25(OH) Vit D inferiori a 10 ng/ml, ma anche tra 10 e 20 ng/ml) hanno un rischio
significativamente maggiore di incorrere in condizioni di demenza e di Alzheimer rispetto ai soggetti con valori più elevati.
Purtroppo i valori più efficaci nella prevenzione di queste malattie non sono ancora identificati.
Controllo glicemico e diabete di tipo 2
La Vitamina D può influenzare la secrezione di insulina e migliorare la sensibilità insulinica, aiutando nella gestione del diabete di tipo 2.
Per la presenza di numerosi recettori per il metabolita attivo della Vit D (calcitriolo), inclusi i recettori espressi sulle cellule beta pancreatiche, oltre all’attività antinfiammatoria è stata ipotizzata un’azione modulatrice della Vit D sulla patologia diabetica.
È stato inoltre dimostrato che lo stesso calcitriolo può entrare nelle cellule che rispondono all’insulina aumentando la presenza dei recettori per l’insulina stessa, ma senza alterarne la sensibilità.
Conclusioni
In generale, mantenere livelli adeguati di vitamina D è essenziale per sostenere vari aspetti della salute oltre al sistema scheletrico.
Potrebbero essere necessari livelli di vit D in circolo anche notevolmente differenti per esercitare i diversi effetti potenzialmente benefici sugli apparati e sistemi sopra menzionati.
Saranno necessari ulteriori studi per accertare standard adeguati ai diversi target prefissi.
Sfortunatamente, l’introduzione di vitamina D con la dieta non raggiunge solitamente quantità soddisfacenti, anche se esistono oggi alimenti arricchiti in vitamina D, quali l’olio di oliva, cereali e il latte.
È per questo motivo che per raggiungere determinati livelli di Vit D circolante e disponibile è raccomandata una supplementazione di vitamina D in forma di farmaco o integratore alimentare.
E’ consigliabile col proprio medico assicurare ad ognuno uno stato vitaminico almeno sufficiente secondo i criteri attualmente riconosciuti anche in rapporto al proprio stato di salute, genere ed età.