La curcuma nel dolore muscoloscheletrico

La curcuma o Zafferano delle Indie rappresenta un valido aiuto nel trattamento del dolore muscoloscheletrico.

Ringraziamo innanzitutto la Dr.ssa Tiziana Soncini @FitoterapiaFirenze medico esperto di Omeopatia e Fitoterapia per il prezioso contributo.

Il nome scientifico è Curcuma longa è originaria dell’Asia sud orientale e gli vengono riconosciute proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunostimolanti, ipocolesterolemizzanti e antidiabetiche.

Si tratta di una pianta molto conosciuta anche per l’utilizzo in gastronomia come spezia aromatizzante, colorante e stimolante della digestione per facilitare la secrezione biliare e la sua eliminazione verso l’intestino.

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Molti integratori a base di curcuma sono indicati nel dolore muscoloscheletrico

L’assunzione orale infatti era comunemente impiegata per contrastare disturbi gastrointestinali (dispepsia, flatulenza, coliti, alterazioni della funzionalità epatobiliare), ma anche la dismenorrea e gli stati depressivi.

La curcumina

Dal rizoma secco si estraggono i composti biologicamente attivi come i curcuminoidi, in specie la curcumina, oltre ai sesquiterpeni e all’olio essenziale.

I progressi delle tecniche estrattive consentono oggi di produrre curcuma titolata al 95% in curcumina.

La curcumina è riconosciuta in Italia come integratore alimentare e come tale viene ammessa al commercio.

Effetto antinfiammatorio della curcuma

L’effetto antinfiammatorio della curcuma avviene attraverso l’inibizione delle ciclossigenasi e delle lipossigenasi.

Questa proprietà è particolarmente utile nel dolore e nella funzionalità articolare come nell’artrosi, riducendo il ricorso ai tradizionali farmaci antinfiammatori ( FANS ) o analgesici.

Effetto antiossidante della curcuma

La sua peculiare struttura sarebbe alla base della sua efficacia antiradicalica, evidenziata dal miglioramento dei marker di stress ossidativo e dall’aumento nel siero dell’attività degli enzimi superossidodismutasi (SOD) e catalasi, nonché dalla concentrazione della glutatione perossidasi (GSH).

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La mole molecola della curcumina

La curcuma viene considerata sulla base di molti studi una pianta priva di tossicità anche a dosaggi elevati.

Il difficoltoso assorbimento della curcuma

L’uso clinico della curcuma è stato da sempre condizionato dal suo difficoltoso assorbimento a livello gastrointestinale con eliminazione massiva con le feci ( fino al 75 % ).

Un altra criticità alla effettiva efficacia della curcuma è legata al rapido metabolismo epatico ed all’ abbondante eliminazione con la bile.

La scarsa biodisponibilità della curcuma è stata affrontata con diversi artefici dalla associazione con alcuni macronutrienti come uova, oli vegetali o lecitina.

Nelle preparazioni in commercio si è associata la piperina, l’alcaloide naturale del pepe nero (Piper nigrum), che aumenta significativamente l’assorbimento della curcumina a livello gastrointestinale.

Altri sistemi prevedono l’inserimento della curcumina in micelle e liposomi, la formazione di complessi con fosfolipidi, la creazione di microemulsioni e nanoemulsioni, l’incapsulazione con oli essenziali.

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La curcuma deve essere assunta a scopo terapeutico su prescrizione medica

Fortemente sconsigliato il “fai da te”

La curcuma come fitoterapico rappresenta la conferma di quanto sia sconsigliata la autoprescrizione.

Si tratta di un composto vegetale apparentemente sicuro e privo di rischi.

In realtà la estrema difficoltà nell’assorbimento e le diverse soluzioni proposte possono rappresentare un potenziale rischio di sotto o sovradosaggio così come gli effetti benefici sul fegato e quelli complessi non sempre positivi sulla secrezione biliare potrebbero esporre anche a gravi complicazioni.

L’intervento del Ministro della Salute sulla curcuma

Proprio in Italia nel 2019 è stato identificato un piccolo numero di casi (circa una trentina) di tossicità epatica attribuibile ad integratori a base di curcuma.

Il meccanismo del danno non è stato chiaramente definito, ma sembra avere a che fare con una specifica sensibilità di alcuni individui.

Di conseguenza il MdS fissò precise raccomandazioni in merito sconsigliandone l’uso in alcune situazioni.

Sconsigliata in gravidanza ed allattamento come integratore alimentare, la curcuma può essere assunta come spezia alimentare se gradita in quantità limitata.

Take home message sulla curcuma nel dolore muscoloscheletrico

La curcuma trova indicazione per la sua efficacia nel dolore muscoloscheletrico.

Per le sue caratteristiche specifiche è più indicata nel dolore cronico da sola o in alternativa / sequenza con altri farmaci tradizionali.

L’assorbimento è molto limitato per cui l’efficacia come alimento / spezia potrebbe essere molto modesta o nulla.

Come integratore alimentare non è da usare con leggerezza per la sua potenziale tossicità, ma dietro prescrizione medica.

Concessa in gravidanza e durante l’allattamento solo come spezia alimentare in quantità moderata.

@FitoterapiaFirenze

www.stefanoguidotti.com

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