Il seno tarso è un tunnel a forma di imbuto tra l’astragalo e l’osso del calcagno e con sindrome del seno tarso si indica un dolore o una lesione in quest’area.

Gli infortuni alla caviglia o al piede (come una distorsione) o l’uso eccessivo (come stare troppo in piedi o camminare eccessivamente) sono le cause principali di questa sindrome.
Funzioni propriocettive del seno del tarso
Il seno del tarso, ricco di innervazione propriocettiva, giuoca un ruolo sinergico di primo ordine con i ligamenti della caviglia per assicurare stabilità della caviglia e sicurezza nella marcia e nella corsa.
Questa struttura costituisce una fonte prioritaria di informazioni nocicettive e propriocettive sul movimento del piede e della caviglia e che la sindrome del seno tarso può derivare da disturbi della nocicezione e della propriocezione nel piede.
Fattori favorenti la sindrome del seno del tarso
Alcuni fattori come un piede piatto o un piede eccessivamente pronato possono favorire o causare l’insorgenza della patologia.
In questo caso la sindrome è determinata dalla compressione tra i diversi elementi ossei coinvolti.
L’astragalo e il calcagno vengono premuti insieme a causa della deformazione, provocando il contatto tra osso e osso infiammazione, sinovite e artrite del seno.
Sintomi caratteristici sono il dolore nella parte anterolaterale della caviglia (anteriormente al malleo laterale) e una sensazione di instabilità o difficoltà a camminare su superfici instabili.
Il dolore è maggiore quando si sta in piedi a lungo o nei movimenti del piede in adduzione e supinazione.
Recenti studi attribuiscono un ruolo fondamentale proprio alla instabilità dell’articolazione sottoastragalica dovuta a lesioni legamentose che provocherebbe una sinovite cronica e un’infiltrazione di tessuto fibrotico nello spazio del seno tarso.
Il ruolo dei legamenti e della sottoastragalica

Questa articolazione comprende 3 faccette: una anteriore, una media e una posteriore.
La variazione della struttura di queste faccette influisce sulla stabilità dell’articolazione sottoastragalica.
Questa articolazione è rinforzata dai legamenti estrinseci (legamento calcagno-fibulare e deltoide) e dai legamenti intrinseci (l’interosseo, il legamento talo-calcaneare, il legamento cervicale e le radici mediali, laterali e intermedie dell’estensore inferiore del retinacolo.
Le rotture dei legamenti intrinseci consentono un aumento del movimento dell’articolazione sottoastragalica che può causare instabilità.
L’importanza della Risonanza Magnetica

Il metodo più comunemente usato per confermare la diagnosi è la risonanza magnetica diretta.
I risultati della risonanza magnetica possono includere il rilevamento di liquido nello spazio del seno tarso o la presenza di tessuto cicatriziale, alterazioni della struttura e dell’integrità dei legamenti o alterazioni degenerative dell’articolazione sottoastragalica.
Importante anche escludere eventuali altri danni strutturali in aree limitrofe nei casi di patologia insorta a seguito di traumatismo o infortunio.
Con la risonanza magnetica è possibile visualizzare le strutture all’interno del seno tarsi in particolare i legamenti interosseo e cervicale.
La cura della sindrome del seno del tarso
Il trattamento della sindrome del seno tarso può essere conservativo o chirurgico.
Il primo comprende la fisioterapia strumentale, le iniezioni di corticosteroidi nel seno tarsi, i gel locali o i farmaci per via generale.
Fondamentale un lungo e mirato percorso riabilitativo per ricondizionare le funzioni nocicettive e propriocettive di questa struttura così importante.
Nelle forme croniche in cui si realizza una fibrosi cicatriziale / reattiva all’infiammazione protratta può essere utile nella nostra esperienza un trattamento con Onde d’Urto Focali ( ESWT ).
Si sfruttano della ESWT gli effetti diretti sul dolore e rigenerativi rivascolarizzanti che permettono di poter svolgere meglio gli esercizi riabilitativi e ritornare più rapidamente alle normali attività.
Sono necessarie poche sedute ambulatoriali con frequenza settimanale, indolori e prive di effetti collaterali.
Il trattamento chirurgico oggi prevalentemente artroscopico è efficace nella maggior parte dei casi, quando il trattamento conservativo fallisse.